Nata a L’Aquila, vive e lavora a Terni, Umbria.
Frequenta lo studio di Umbro Battaglini, artista esponente del concettualismo e del razionalismo architettonico che ha operato per tutta la seconda metà del novecento nell’ambito della scultura, dell’architettura e della grafica.
L’incontro si rivelerà determinante nella sua formazione: l’autodisciplina, il rigore e, nello stesso tempo, la libertà assoluta rispetto all’uso dei materiali e delle tecniche le deriveranno dalla sua attenta e severa lezione.
L’attività di studio ha da sempre supportato la sua attività artistica.
Spende gli anni formativi nella disciplina del disegno dal vero e approda alla ricerca non figurativa nel 1988.
Utilizza il gesso, l’intonaco, il cellotex, la sabbia, la carta, l’alluminio, il polistirolo, il filo, la stoffa indifferentemente nelle installazioni e nelle opere bidimensionali.
L’estetica e l’etica sono presupposti inscindibili del suo agire artistico, tali premesse si articolano in una ricerca di senso attraverso innumerevoli cicli di lavori, tra i quali PRIMARY COLORS, WAVE, SEQUENCE, FOULE, LANGAGE, OGGETTI ED ALTRI RACCONTI, RESIST fino a PRE-HISTORIC, DIAGRAM, MOSAIC, RITAGLIARE LUNGO LA LINEA TRATTEGGIATA.
Nei suoi lavori il rapporto tra materia e segno è strettissimo, sostanziale. Della materia non le interessa la fisicità in quanto tale, piuttosto il tentativo di darle voce, farla “parlare”.
E’ un’operazione di maieutica che prende avvio dall’inerzia della materia fino al logos del segno.
Per la scelta della tecnica il compito è facilitato dall’esperienza, essa è scelta in base alla rilevanza formale di cui ha bisogno il lavoro: tutto deve rispondere ad una necessità, la stessa poesia deve scaturire dalla composizione.
Il processo passa attraverso il confronto del caos della materia con le “forze” insite nella composizione, le diagonali, le mediane, il centro, il peso, la lunghezza, lo spessore, il colore.
Il pattern che ne deriverà sarà la struttura dell’opera.
Nel 2019 realizza una serie di opere dove l’uso di una scrittura completamente indipendente da un significato semiologico, darà vita al ciclo ASEMIC.
Il termine asemico indica una parola o una frase “senza nessuno specifico contenuto semantico”. La natura aperta delle opere asemiche permette al significato di presentarsi prima e al di là del linguaggio. Questo dà modo all’artista di dire senza dire, ovvero di dire senza rivelare, mantenendo celato il mistero del significato. Offrendo una mancanza, questa diventa una sollecitazione e, insieme, una possibilità. L’osservatore, colmando il senso di vuoto, contribuisce a completare l’opera aggiungendo il proprio personale significato.
In ALPHABET, libro d’artista commissionato dall’Archivio di Comunicazione Visiva e Libri d’Artista di San Cataldo (CL), ha coniugato l’uso del linguaggio asemico all’oggetto libro.
In TR-AMANDO il tempo diviene gioco e metafora nella forma di una trama lacerata e interrotta.
Sue opere sono presenti in collezioni private ed istituzioni pubbliche.